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L’importanza della qualità dell’aria nella tua struttura in era Covid

La pandemia di Covid-19 ha inflitto un duro colpo al comparto turistico, mettendo in forte crisi le strutture ricettive a causa del calo considerevole delle prenotazioni. Secondo Federalberghi, la perdita di fatturato per il settore nel 2020 è stata di 13,5 miliardi di euro, tuttavia il miglioramento dei parametri e l’accelerazione delle campagne vaccinali fanno intravedere una possibile ripresa.

In questo scenario complesso è indispensabile investire nella propria struttura, garantendo ai clienti una qualità dell’aria elevata, fornendo una protezione adeguata contro il rischio contagio. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, è fondamentale assicurare una qualità dell’aria indoor impeccabile, un approccio essenziale per la prevenzione dalla diffusione del virus SARS-CoV-2, attraverso misure che favoriscano un buon ricambio d’aria e l’impiego di impianti per la ventilazione meccanica controllata (VMC) da mantenere operativi 24/7.

Gli esperti dell’ISS raccomandano l’adozione di buone pratiche per la ventilazione degli ambienti chiusi, utilizzando sistemi filtranti ad alta efficienza e realizzando interventi di manutenzione e pulizia frequenti.

Nel dettaglio, è necessario minimizzare l’esposizione agli inquinanti atmosferici, poiché sono numerosi gli studi che mostrano il collegamento tra inquinamento e incremento della trasmissione del virus nei locali chiusi, come la ricerca coordinata da Francesca Dominici presso la Harvard University, in cui è emersa una crescita della mortalità fino all’11% in presenza di alti livelli di Pm 2,5.

Le particelle rischiose per la qualità dell’aria in era Covid

In merito alla necessità di mantenere una qualità dell’aria adeguata, ormai esistono robusti studi che indicano questo aspetto come una priorità, soprattutto all’interno delle strutture chiuse come le camere e le aree comuni degli hotel.

In particolare, a rafforzare questa necessità sono le indicazioni emerse con il lavoro realizzato dall’istituto italiano Isac-Cnr (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) insieme al Leibniz Institute for Tropospheric Research in Germania, al 2B Technologies-Boulder negli Stati Uniti e al CSIR-National Physical Laboratory in India, studio pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health.

Dalla ricerca sono state proposte delle linee guida per migliorare la qualità dell’aria indoor, ad esempio raccomandando l’uso di purificatori per il controllo delle concentrazioni di biossido di carbonio, per il quale gli esperti consigliano un valore inferiore a 1000 ppm. Inoltre, bisogna evitare una serie di condizioni negli ambienti chiusi, tra cui una ventilazione scarsa, un’insufficiente irradiazione solare e un’umidificazione troppo bassa o eccessivamente elevata, aspetti che facilitano la propagazione delle particelle contenenti il virus del Covid-19.

La corretta ventilazione per il contrasto all’esposizione al Coronavirus è stata indicata come uno strumento fondamentale anche dallo studio Air Pollution and Covid-19, un lavoro commissionato dal Parlamento Europeo al Policy Department for Economic, Scientific and Quality of Life Policies.

All’interno si mostra come sia essenziale adottare standard di ventilazione adeguati per ridurre la concentrazione di CO2 negli spazi interni, impiegando laddove necessario appositi purificatori d’aria per la rimozione del particolato per migliorare la qualità dell’aria interna, indicazioni confermate anche dalle linee guida dell’OMS sulla ventilazione indoor.

L’importanza del controllo dei parametri microclimatici negli ambienti indoor

Per ottimizzare la qualità dell’aria indoor all’interno delle strutture ricettive, i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità sono di controllare in modo accurato i parametri microclimatici.

Nel dettaglio, gli esperti dell’ISS indicano l’importanza di monitorare con attenzione aspetti come l’umidità relativa, la temperatura e la presenza di gas serra, tra cui soprattutto la concentrazione di anidride carbonica (CO2). Secondo le linee guida del CNR, è opportuno mantenere un’umidità compresa tra il 40% e il 60%, specialmente nei locali in cui la temperatura è inferiore ai 20 gradi centigradi.

Secondo gli studi realizzati dall’equipe della Sydney School of Veterinary Science dell’Università di Sydney guidata dal professor Michael Ward, in partnership con la Fudan University di Shangai, sembrerebbe emergere una forte correlazione tra i livelli di umidità dell’aria e la propagazione del coronavirus. La ricerca ha evidenziato come la riduzione dell’umidità relativa causi un aumento dei casi di Covid-19, tendenza confermata anche da altri lavori analoghi.

Per il team di ricercatori australiani, l’aria asciutta e calda rappresenta un ambiente più favorevole per la diffusione del virus, mentre quella umida impedisce la trasformazione delle goccioline in aerosol, particelle che rimarrebbero più grandi e quindi più pesanti, accelerando la loro caduta sulle superfici e agevolandone la rimozione con interventi di disinfezione. Un controllo ottimale dell’umidità, dunque, aiuterebbe ad alzare i livelli di sicurezza nelle strutture chiuse, riducendo la capacità del virus di rimanere nell’aria e diminuendo la formazione di micro-particelle facilmente assorbibili dal sistema respiratorio umano.

Come migliorare la qualità dell’aria nelle strutture ricettive

Per garantire un ambiente sicuro ai propri ospiti e al personale, è fondamentale attrezzare la propria struttura ricettiva con soluzioni efficaci per migliorare la qualità dell’aria, usando strumenti utili per la sanificazione e la purificazione degli ambienti adatti alle esigenze degli alberghi.

Fas Italia, d’accordo con le linee guida delle istituzioni sanitarie e gli studi scientifici più autorevoli, consiglia l’utilizzo di sistemi automatici per la sanificazione delle superfici, come il nebulizzatore di perossido di idrogeno.

Questo purificatore è in grado di igienizzare anche spazi di grandi dimensioni, attraverso l’erogazione di particelle di perossido di idrogeno fino a 0,5 micron, una modalità in linea con le indicazioni del Ministero della Salute in merito alla pulizia delle superfici potenzialmente contaminate.

Il dispositivo può essere programmato per il funzionamento notturno, per trovare al mattino gli ambienti completamente sanificati, decontaminando tutti gli spazi comuni del proprio hotel, come la sala ristorante, il locale per la prima colazione e le sale meeting, senza rischiare di rovinare le superfici e mantenendo bassi i costi grazie a consumi energetici ridotti.

Un altro sistema utile per inattivare i virus presenti negli ambienti indoor è il sanificatore d’aria a LED UV, un apparecchio compatto ideale per l’igienizzazione delle camere di albergo, certificato CE e caratterizzato da un funzionamento particolarmente silenzioso.

In alternativa, il catalogo dedicato di Fas Italia propone anche il sanificatore d’aria al plasma freddo, una tecnica la cui efficienza contro il Covid-19 è stata dimostrata dal team dell’Università di Padova coordinata dal professor Andrea Crisanti, con una comprovata efficacia nella riduzione della carica virale fino al 99,99% in appena 30 minuti di utilizzo.

Per il filtraggio dell’aria di stanze, suite e appartamenti, invece, proponiamo il purificatore d’aria professionale da parete, un’ottima soluzione per il mantenimento di elevati standard di qualità all’interno degli spazi chiusi. Molto apprezzato per la sanificazione indoor è anche il decontaminatore per ambiente, progettata con la tecnologia Active Pure per il trattamento continuativo dell’aria e adatto a locali fino a 100 mq.

Infine, è disponibile anche l’ultima novità per la sanificazione delle camere, un purificatore d’aria testato contro il Covid-19 e utilizzabile anche in presenza di ospiti, un dispositivo specifico per la depurazione dell’aria dalle nanoparticelle attive di SARS-CoV-2.

Oggi i sistemi per accogliere un ospite in sicurezza ci sono e consentono all’albergatore di scegliere quello più idoneo alle sue specifiche necessità, dalle camere, agli spazi comuni fino a grandi spazi come sale conferenze.