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Green Pass in Albergo cos’è e come funziona

Oggi parliamo di Green Pass, che non è un nuovo prodotto della nostra linea di prodotti green per alberghi, il cui nome è Green Hotel, ma è la nota certificazione verde COVID-19 di cui, a partire dal 6 agosto 2021, gli ospiti dovranno munirsi per partecipare ad alcune attività, anche strettamente legate al mondo dell’hôtellerie.

Il Green Pass è una certificazione cartacea o digitale, che viene rilasciata gratuitamente dal Ministero della Salute, al verificarsi di alcune condizioni: in seguito a un test molecolare negativo effettuato nelle 48 ore precedenti; dopo l’avvenuta guarigione da COVID-19; a conclusione del ciclo vaccinale -con validità di 9 mesi- e dopo la somministrazione della prima dose, in questo caso valevole dal quindicesimo giorno successivo, fino alla seconda inoculazione.

Non serve precisare che l’introduzione del certificato verde >se approvata< è destinata ad apportare un significativo cambiamento nel settore dell’accoglienza. Il modo migliore per affrontarla, è cercare di non farsi trovare impreparati, vediamo quindi in quali occasioni deve essere richiesta, quali sono le attività oggetto di interesse e a quali obblighi la categoria dovrà attenersi dal momento esatto dell’entrata in vigore.

Per quali eventi servirà il Green Pass

Il Green Pass dovrà essere richiesto agli ospiti che vogliano partecipare ad alcuni servizi molto comuni nel settore dell’hôtellerie: si parla delle attività di ristorazione al tavolo, ad esempio le colazioni, i pranzi e le cene all’interno dei locali dell’albergo, ma anche della fruizione di centri termali, piscine, palestre e centri benessere indoor.

È bene precisare però che la normativa prevede l’esibizione di Green Pass solo qualora tali servizi siano erogati al chiuso. La certificazione, infatti, non deve essere richiesta per attività ristorative, piscine o centri benessere all’aperto, né per le consumazioni effettuate direttamente al bancone del bar.

Inoltre, sono esonerati dall’esibire il Green Pass i minori esclusi dalla campagna vaccinale per questioni anagrafiche, nonché i soggetti esenti, provvisti di opportuna certificazione medica.

A chi spetta il controllo del Green Pass in hotel?

Secondo quanto disposto dal Decreto Legge del 23 luglio, a verificare che tutti gli ospiti siano provvisti della certificazione verde, dovranno essere i titolari e i gestori delle attività ricettive.
Per farlo, il Ministero della Salute ha previsto un sistema di controllo smart, destinato a semplificare e velocizzare le attività di supervisione e utilizzabile anche senza una connessione a internet.

In particolare, all’albergatore è richiesto di adoperare la App di controllo nazionale, VerificaC19, che potrà essere scaricata da Google Play o App Store e installata gratuitamente su un qualsiasi dispositivo mobile. Per effettuare un controllo, basta semplicemente inquadrare il QR Code presente sulla certificazione del cliente e attendere il messaggio di conferma, che restituisce, oltre all’effettiva validità del pass, anche alcuni semplici dati anagrafici.

In questa fase, il personale predisposto al controllo può richiedere i documenti di identità degli ospiti al fine di verificare la concordanza con le risultanze visualizzate in fase di check. Tuttavia, sarà anche in grado di rassicurarli, poiché la App, in linea con le disposizioni in fatto di privacy, non prevede la memorizzazione delle informazioni personali sul dispositivo del supervisore.

Green Pass: come comportarsi con i clienti

Anche se, a chi quotidianamente si occupa di accoglienza, può apparire quasi come una procedura sgradevole, l’idea dell’introduzione del Green Pass nasce per garantire ai clienti, così come agli albergatori, soggiorni tranquilli e in assoluta sicurezza.

Inoltre, se svolta in modo accurato, per quanto insolita, la verifica del Green Pass può offrire alla clientela un valido supporto per riconoscere le attività ricettive operanti nel rispetto delle norme sanitarie. Senza contare che può aiutare gli ospiti a sentirsi più protetti, riportando in hotel coloro che, per paura del contagio, in passato hanno preferito rinunciare alle vacanze.